6.28.2006

Mio caro amico Ziu Bello hai "postato" un commento al quale voglio dare la massima visibilita'.
Ti dedico questa foto scattata in un "squarcio" (e' il caso di dirlo!) di Roma.
Scalo S.Lorenzo. Non molto lontano da casa tua.
In questa foto c'e' qualcosa della Cina, finanche l'insegna; forse sono gli stessi architetti matti che non hanno il senso del bello e del brutto, che non vogliono lasciare nulla di buono alle generazioni future. Se non un conto in banca pieno di soldi. Deturpare le cose belle che le generazioni precedenti hanno prodotto in millenni.
Prima di Mao a Pechino c'erano 4600 luoghi di culto. Ora sono 60.
Questo paese ha incominciato tanto tempo fa a distruggere, passano generazioni e tutto sembra dimenticato. Bastano 25 anni per distruggere millenni di storia.

Il tuo post segue la foto:




Caro Ziu Bellu,il tuo post colpisce per la sua profondità. Pechino o Londra? E perchè non CapeTown o San Francisco?Chissà dove stanno correndo i tuoi amici cinesi. Corrono,corrono,corrono. MA dove ca..o vanno? Lo so io dove vanno. A farsi male. Ma giustamente a loro non gliene frega un altro ca..o. Perchè noi negli anni sessanta, dove abbiamo deturpato il deturpabile, con la scusa del boom economico, chi ci siamo filati? Nessuno! Ed ecco il risultato.Purtroppo il mondo, proprio perchè dislivellato, permette di poter guardare i guasti di chi sta avanti a noi. Il bello è che a nessuno frega una cippa. Tu mo' stai in Cina. Non ci stai a capì niente perchè la velocità dei cambiamenti è pazzesca. Se gli vai a dire di fermarsi perchè tutto 'sto sviluppo potrebbe distruggere il territorio stesso in cui vivono e poi te le stoppi tutte le scarpe che puoi fabbricare in un minuto se poi devi comprare l'acqua dall'Alaska. Te le stoppi. Glielo puoi spiegare ai cinesi che se le STOPPONO?Diceva Pasolini: "Credo molto nel progresso umano, ma non credo nello sviluppo e nella fattispecie, di'questo' sviluppo".Fai studiare ai Cinesi qualche saggio sociologico sull'Italia degli anni Sessanta e Settanta. Poi vediamo se hanno ancora voglia di fare quello che stanno facendo.Si, lo so, tutti i popoli della terra devono avere una chance di sviluppo. Va bene ma se poi, dopo sta sbornia ti rimane il cerchio alla testa a vita forse è meglio bere acqua minerale, importata.Ps. non sapevo che Richmond fosse a ridosso delle Alpi...Ti voglio bene.AC --Posted by Ziu Bellu to Home Timeline at 6/27/2006 08:13:38 PM Posted by Picasa

6.14.2006

Ricordi in salsa piccante di Londra Richmond

Londra Richmond (inverno), la mattina precedente alla mia partenza definitiva per Pechino.


Flashback in un momento di stanchezza qui a Pechino.

Ho voglia di respirare "l'aria delle Alpi" di Richmond!

Sara' il frastuono e il caos di Pechino, i 30 gradi alle 8 di mattina, la disorganizzazione organizzata ottimo spazio per fare profitto e per confondere, gli autobus stracolmi che viene la voglia di chiamare Amnesty International, il doversi occupare piu' di burocrazia/e che del lavoro che mi e' venuta una voglia matta di lasciare tutto ed andarmene. Per fortuna di vita comoda anche a Londra non ne ho fatta molta quindi pazienza..
Da qui, paese che dicono loro essere socialista, Londra sembra una macchina per fare soldi. Tutti perfetti con le cravattine e il gel, che collaborano perche' sono costretti, ansiosi per i loro mutui a tasso variabile cosi' come per la loro vita possibile preda di un maniaco.

L'addetto ai parcheggi che salta fuori dalla siepe a 1 secondo dalla scadenza del biglietto. Dei treni che arrivano in orario sui ritardi ufficiali.
Londra, la capitale dei servizi, della finanza e dei call center. Tutto cost-effective. Tutto misurato, tutto calibrato. Catena di montaggio.
La Londra che resiste agli attentati, che fa finta di niente e che stoica come i soldati in guerra continua a viaggiare sulla metropolitana sulla stessa linea colpita dalle bombe infami del giorno prima.
Il "rischio" e' maggiore a Pechino, incidenti e malattie per esempio ma qui nessuno lo calcola, nessuno ne conosce l'entita', nessuno se ne preoccupa. Tutti presi a fare i soldi in un sistema dove il legale e l'illegale non hanno confini certi ma dove il business e' fragile come le bolle di sapone, appeso alle relazioni personali piu' che a qualsiasi altra istituzione.

In quel mondo organizzato cosi' come in questo che non lo e' viene la voglia di ritrovare se stessi per capire se il mondo e' tutto qui appeso ad un filo fragile che tiene tutti uniti e che speriamo non si spezzera' mai.

Conoscere questo mondo e' come un viaggio di Goethe. Se tornero' a Londra son sicuro che per me non sara' lo stesso.

:-) Posted by Picasa