10.22.2008

Per mia madre - Non farti cadere le braccia (E. Bennato)

L'entrata è sempre quella, ma portiere io non ti conosco io che vivevo qui io che ormai scordare più non posso... dalla cucina una voce cara mia madre che mi dice: Non farti cadere le braccia, corri forte, va più forte che puoi. Non devi voltare la faccia, non arrenderti né ora né mai! Su per le scale buio ma la luce corre dentro agli occhi sono un bambino io con ancora i graffi sui ginocchi dalla cucina una voce cara mia madre che mi dice: Non farti cadere le braccia, corri forte, va più forte che puoi. Non devi voltare la faccia, non arrenderti né ora né mai! Non so... non so... se ti è capitato mai di dover fare una lunga corsa ed a metà strada stanco dire a te stesso "adesso basta!" Eppure altri stan correndo ancora intorno a te... e allora Non farti cadere le braccia, corri forte, va più forte che puoi. Non devi voltare la faccia, non arrenderti né ora né mai! Non puoi fermarti ora No, no, no, no, no, no, no Lo so ti scoppia il cuore, dici anche di voler morire, dici è meglio che correr così, ma no, non puoi fermarti, non farti cadere le braccia, no, no, no... non devi voltare la faccia, non arrenderti né ora né mai!

Un giorno Credi..

un giorno credi di essere giusto e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero situazioni che stancamente si ripetono senza tempo una musica per pochi amici come tre anni fa a questo punto non devi lasciare qui la lotta e' piu' dura ma tu se le prendi di santa ragione insisti di piu' sei testardo questo e' sicuro quindi ti puoi salvare ancora metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi quando ti alzi e ti senti distrutto fatti forza e va incontro al tuo giorno non tornare sui tuoi soliti passi basterebbe un istante mentre tu sei l'assurdo in persona e ti vedi gia' vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente mentre tu sei l'assurdo in persona e ti vedi gia' vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente eh ehdel tuo falso incidente eh eh

Vendero' di Edoardo bennato (Caro Franz ora sono dall'altra parte della vetrina!)

Vendero’ le mie scarpe nuove
Ad un vecchio manichinoP
er vedere se si muoveS
e sta fermo
O se mi segue nel cammino.
Vendero’ il mio diploma
Ai maestri del progresso
Per costruire un nuovo automa
Che dia a loro piu’ ricchezza
E a me il successo.
Ai signori mercanti d’arte
Vendero’ la mia pazzia
Mi terranno un po’ in disparte
Chi e’ normale
Non ha molta fantasia.
Raffaele e’ contento non ha fatto il soldato
Ma ha girato e conosce la gente
E mi dice: stai attento che resti fuori dal gioco
Se non hai niente da offrire al mercato.
Vendero’ la mia sconfitta
A chi ha bisogno
Di sentirsi forte
E come un quadro che sta in soffitta
Gli parlero’ della mia cattiva sorte.
Raffaele e’ contento non si e’ mai laureato
Ma ha studiato e guarisce la gente
E mi dice: stai attento che ti fanno fuori dal gioco
Se non hai niente da offrire al mercato.
Vendero’ la mia rabbia
A tutta quella brava gente
Che vorrebbe vedermi in gabbia
E forse alloraMi troverebbe divertente

Cara Mamma, spero che anche se piove molto da quelle parti poi spunti spesso dal cielo un bel giorno come questo.

Paralisi e cecita' della felicita'

Inizio ad avere bisogno di qualcuno con cui parlare. In questo ultimo periodo ho delle strane sensazioni. Mi sento perso e senza obiettivi. Un po' triste devo dire. Per esempio l'altro giorno stavo vedendo alla televisione un documentario sul lavoro delle ambulanze. Ad un certo punto vanno a soccorrere una signora anziana. Non riusciva piu' a rialzarsi a casa, era caduta lei e il carrellino sul quale si appoggia per passeggiare, e al quale aveva attaccato troppe borse di plastica con varie cianfrusaglie dentro. Una ripresa delle spalle un po' curve e dei capelli disordinati mi ha fatto tanto pensare a mia madre. Mi dispiace che mia madre vive sola. Contornara da amiche ma pur sempre con tutta la famiglia lontana. Sorella, fratelli, e anche una storia familiare pesante. I figli in altre citta' o paesi. Mi dispiace davvero, mi fa tristezza che una persona anziana come lei (mia madre!) debba sentire sulle proprie spalle tanto peso della globalizzazione. Lo so che lei e' contenta se son contento io ma non e' poi cosi' vero, basta leggersi i post precedenti. Mi dispiace stia sola, ma non so che posso fare. Oltre a chiamarla al telefono e visitarla di tanto in tanto. Ora ancora si tiene ma chissa' piu' in la, chissa' come si sentira' se magari avra' bisogno del mio aiuto quotidiano. E' veramente triste, puo' avere anche tutto il supporto ospedaliero ma la lontananza rende queste cose piu' pesanti.
Penso poi che questi pensieri mi stiano venendo da un po' di tempo a questa parte anche perche' ho perso la bussola, non ho grossi obiettivi a medio e lungo termine e mi sento come se non avessi nemmeno tanto tempo a disposizione nel mio futuro. Una specie di ansia del non voler piu' sbagliare, il sentire che forse non ho piu' tanto tempo a disposizione per sbagliare. Ma non so nemmeno io. Sento i miei limiti, preso dalle tante idee e sogni delle decadi passate ora sinceramente combatto tra il realismo di oggi i sogni di ieri e il futuro del quale so benissimo ho pochissimo controllo.

ppffff

Mi ritrovo spesso a pensare che significato ha quello che sto facendo. La mattina mi alzo, faccio la barba e a volte raso i capelli, doccia, mi vesto, badge aziendale alla cintura e telefonino in tasca. Si parte, in viaggio per l'ufficio. Mi aspetta una capa francese che non sa nulla della vendita e che vuole sempre giudicarmi in negativo. Non le piacciono le persone diverse da lei. E' vero non ho la classica personalita' da venditore ma io che ci posso fare? E mi dice pure: "sai, tu sei negativo, no anzi, e' la tua personalita'". E che dovrei dire? Mi sentissi un po' piu' libero da questo mondo fatto di soldi, l'avrei gia' mandata a quel paese. Ma che discordi sono questi che fa lei di continuo. Io i risultati li ho fatti ma sembra veramente una lotta di personalita'. In queste aziende che sbandierano la diversita' come un valore, poi ti ritrovi qualcuno come lei che ti rovina veramente la salute, li ad un metro ad ascoltarti le telefonate a dire come fare e poi non sa nemmeno di cosa parla. Che desiderio di mandarla a quel paese, ma mi tengo stretto tutto che ancora non ho trovato un altro lavoro, anzi, non mi va nemmeno di trovarne un altro, sempre a fuggire da sti matti.
E' ora che mi merito di fare qualcosaltro seriamente. Accettai questo lavoro tanto per contiuare a campare a me e la mia famiglia ma lo stress ora e' troppo e non basta essere comprensivi e pazienti con dei matti come loro. Il lavoro non mi piace ed un altro diverso non arriva o non riesco a prenderlo. Fino a che potro' tirare? Non molto a lungo e ora sono stanco tanto.